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MEMORIE DEL PRESBITERIO SCENE DI PROVINCIA

679347
Praga, Emilio 29 occorrenze
  • 1881
  • F. CASANOVA. LIBRAIO - EDITORE
  • prosa letteraria
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MEMORIE DEL PRESBITERIO SCENE DI PROVINCIA

curato tacque e forse non intese. Tutt'intorno un silenzio profondo. Nella cucina Mansueta attendeva alle tranquille faccende della cena e faceva

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adottato esattamente nella catastrofe del romanzo. Una sola cosa ci ho messo di mio, od almeno mi sono sforzato di metterci, ed è il ricordo

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pareva fatto apposta per impedire le cordiali confidenze. Nella solitudine della cascata, i nostri discorsi erano molto più intimi. Si parlava di molte

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degnamente percorrere la carriera intrapresa e percorrerla nella via del progresso, gli era forza tornar indietro fino a metà del cammino percorso ed ivi

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sopravvento. Il dire che la bontà soggioga l'animo malvagio mi è sempre parso un luogo comune inventato dall'ottimismo. Nella realtà prevale il malvagio

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nella sua simpatica botteguccia. - Eccolo; è lui! - Parlagli, il papà è uscito. - Non ho coraggio ... - Vuoi che parli io? - Sei matta? Tocca a me! - E

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l'incomoda scaletta di legno. Appena entrammo nella camera, prima ancora ch'egli avesse aperto bocca, il signor De Boni, a cui l'inserviente aveva

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frontispizio dei volumi schierati nella sua libreria, E ciò sopratutto in quelle silenti dimore delle creature pensanti, sepolte nella monotona vita della

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scoprire la causa di questo franare poco naturale nella sua continuità; era una persona, un uomo in abito scuro che di quando in quando spiccatosi da un

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vittima costretta dalla fatalità a ricoverarsi nella solitudine e nell'ombra, mi trovava in faccia al mio ideale rimpicciolito nella casacca di un

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chiesa. Così nella dura vita di quella popolazione montagnuola solo spiraglio d'ideale era la religione. Densi globi d'incenso salivano innanzi al

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più in là nella valle, tra il Passo degli Stambecchi e il cimitero di Zugliano. Il baratro è profondo oltre a cento piedi; vi si scende per uno

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, nella farmacia, dappertutto, la sente la sua voce. E dover far finta di prenderci gusto! Chè, altrimenti guai! Ha un carattere ..... basta .... le sono

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ispeculazione, e collocava i suoi averi all'interesse nella cassa pensioni del Padre eterno. Ma ciò non poteva sembrare ugualmente utile a quei di

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sindaco, mi disse, e si accommiatò. I due fanciulli ci avevano seguiti ed entrarono nella camera con me. Il povero vedovo sedeva presso il capezzale

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Uscito nella via mi fermai per accendere il sigaro: e, senza volerlo, intesi che il sindaco parlava di me chiamandomi «lo scarabocchino». Non era

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somigliava a lui in tutto ed anche nella sua passione: imparava a meraviglia tutte le riverenze, e gli scambietti e le giravolte e il papà si sfaceva

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sotto terra. Hanno un bel dire, ma adesso infracidisce nella sua cassa, Mi voleva tanto bene, e ce ne volevo tanto a lei! ... Scusi, signor pittore

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ad interromperlo lo premunivano contro gli eccessivi abbandoni. Ma egli usava passare qualche ora del pomeriggio nella solitudine tanto cara della

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prudenza? ammonì il signor Bazzetta. Suonava dall'altare l'ultimo Dominus vobiscum E dalla porta socchiusa dai più impazienti penetrava nella chiesa con un

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era inchiodata su quell'enorme piedestallo nella direzione degli astri e dello specchietto dell'organo, ed era con grandissimo stento e ancora

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fuga dietro una siepe; il cane aveva abbaiato sommessamente come uno che non sappia di aver torto o ragione, poi anch'esso via nella macchia. Proseguii

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bisogno, una vera consolazione. Una malinconia velata, ma che tentava nascondersi invano, suonava nella voce del prete. - Pochi viaggiatori, m'immagino

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: - Saliamo. Egli mi guardò, si toccò la falda del cappello e mi seguì. Quando entrai con Beppe nella camera del curato, lo trovai diffatti intieramente

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orecchie e cadenti su quelle come due pezzuole bagnate, pareva che egli illuminasse gli oggetti intorno a sè col raggio della fronte vastissima nella quale

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mia prima visita. Quando fu scomparsa entrai nel Sancta sanctorum e di là girai intorno all'altare e passai nella sacrestia. Non c'era nessuno. Mi

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labbra. - Perchè, quando nessuno l'inquieta, egli trova colà nella solitudine il rimedio di tutti i suoi fastidi. E mi contò i mirabili effetti di quel

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fatto per destare la mia curiosità. Ma l'altro non mi fece sospirare, e continuò: - Il signor curato non dimentica mai, quando passo nella sua stanza

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degli squilli si sentiva qualche cosa del suo incesso. Entrai nella cucina, non illuminata che dalla fioca luce del crepuscolo: il fuoco era

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